Il linfodrenaggio manuale è una tecnica di massaggio messa a punto per drenare la linfa presente nel circolo linfatico dell’organismo; la linfa è un liquido derivante da un ultrafiltrato del plasma e la sua circolazione nell’organismo avviene attraverso vasi linfatici.
Scopriamo di più sulla tecnica, i suoi benefici e le eventuali controindicazioni.
Il linfodrenaggio manuale si compone di leggeri sfioramenti sulla pelle, in direzione centripeta, dalla periferia verso il centro del tronco, al fine di aiutare la linfa nel proprio percorso. Si conclude infine con una serie di pompaggi e svuotamento sulle zone in cui si raccoglie la linfa.
I suoi effetti principali sono:
- effetto antiedematoso, contro gonfiori, ristagni e cellulite, per il trattamento di disturbi di origine reumatica articolari e extra articolari;
- effetto sulle difese immunitarie: in tutti quei casi in cui si voglia migliorare l’immunità locale, come nel caso di acne, piccole ferite o ferite post operatorie non in fase acuta, nei casi di edemi della gravidanza, edemi nella sindrome premestruale, edemi post operatori e traumatici;
- effetto cicatrizzante;
- miglioramento della microcircolazione, favorendo una maggiore ossigenazione dei tessuti e migliorando visibilmente il tono e l’aspetto generale cutaneo;
- effetto rilassante, per la sua ritmicità e per la caratteristica leggerezza delle manovre di sfioramento;
- effetto rigenerante proprio grazie al miglioramento della microcircolazione, utile quindi usare il linfodrenaggio manuale in caso di malattie cutanee.
La circolazione sanguigna e quella linfatica sono strettamente interconnesse: le proprietà nutritizie e l’ossigeno vengono trasportati dal sangue tramite la circolazione arteriosa alle cellule dei tessuti, le quali, a seguito dei propri processi metabolici, rilasciano nella circolazione venosa elementi di scarto.
Non tutti gli elementi però riescono a confluire nel circolo venoso: circa il 10% si riversa nel liquido interstiziale, cioè nella linfa, insieme a proteine ed elementi nutritizi.
Il sistema linfatico ha pertanto l’onere di riportare nel circolo venoso questi elementi e di smaltire quanto non metabolizzato nelle cellule dei tessuti.
Una corretta circolazione linfatica è altrettanto importante di una corretta circolazione venosa. Tramite la fitta rete di capillari linfatici, attraversando le stazioni linfonodali, la linfa si riversa nel dotto toracico e nella cisterna del Pequet e infine nel flusso venoso.
La circolazione della linfa, diversamente da quella arteriosa, è centripeta: percorre cioè il corpo dalla periferia (arti e testa) al centro (il tronco).
La circolazione del sangue nel corpo attraverso le arterie è dovuta al pompaggio del cuore, mentre il ritorno venoso è agevolato dai movimenti muscolari, da quelli respiratori e, in minima parte, dalla debole pulsazione delle arterie contigue.
La linfa percorre i vasi linfatici grazie alla propulsione di minuscole fibre muscolari lisce e da recettori nervosi che si contraggono automaticamente quando il tratto di vaso linfatico che rivestono si dilata a causa dell’aumento della linfa contenuta in esso. Le contrazioni, in condizioni di salute normali, sono circa 10-12 al minuto, con una pausa di 5 secondi ciascuna per il riempimento.
È pertanto semplice intuire come spesso la linfa possa, per motivazioni alimentari e di stile di vita, non drenare correttamente e ristagnare.
Il linfodrenaggio manuale permette di agevolare il ritorno della linfa nel circolo venoso, il riutilizzo delle sostanze utile e lo scarto di quelle non più utilizzabili dall’organismo.